• Gio. Apr 25th, 2024

Barili Russi Venduti A Metà Prezzo? Putin Incassa Di Più Dal Petrolio!

L’eccessivo ottimismo di Bruxelles si scontra con la realtà. Barili russi venduti a metà prezzo? Di fatto, Putin incassa di più dal petrolio! Ecco perchè!

 

A seguito delle sanzioni, il greggio russo viene venduto scontato del 50%. “Mosca ci rimette 40 dollari al barile, un grande colpo per l’economia russa” ha dichiarato di recente Josep Borrell, capo della diplomazia europea.

Gli effetti delle sanzioni al petrolio russo, in realtà, non sono così dirompenti. In particolare, come ha dichiarato Kpler Latona a HuffPost, “le sanzioni non permettono di controllare il prezzo finale effettivo del petrolio russo”.

Secondo Nicolazzi, il greggio russo alla fine costa di più per via dei trasbordi in mare, dei costi di spedizione e dell’assicurazione. Approfondiamo.

Barili russi venduti a metà prezzo? Pura illusione, Putin incassa di più

Nonostante le sanzioni, la Russia incassa di più dal suo petrolio grazie a nuovi trader, acquirenti e alla domanda insaziabile di greggio nel mondo.

Vladimir Putin sta guadagnando di più attraverso nuovi porti e certi sotterfugi.

La quantità di petrolio ‘pompata’ nel mercato mondiale dalla Russia resta la stessa precedente all’invasione dell’Ucraina. Grazie, però, all’aumento dei prezzi, con il petrolio Mosca guadagna più di prima.

Al momento, sembra proprio che Putin abbia la meglio nella battaglia energetica, deludendo il tentativo dell’Occidente di dare del filo da torcere all’economia russa.

Gas naturale russo: l’arma economica contro l’Occidente

Altro che paralisi economica! Il mercato russo del greggio e dei combustibili raffinati, il più grande al mondo, ha aumentato le esportazioni con la stipula di nuovi accordi commerciali.

Il gas naturale è l’arma economica di Putin contro l’Occidente. Prima del conflitto russo-ucraino, Putin forniva il 40% del suo gas all’Europa. In seguito, ha ridotto i flussi tramite il gasdotto Nord Stream in direzione della Germania e di altri canali.

Nonostante le sanzioni ed il calo delle esportazioni di petrolio, i prezzi sono saliti. Nel mese di agosto 2022, secondo i dati dell’Agenzia Internazionale dell’Energia, la Russia ha guadagnato 20 miliardi di dollari contro la media di 14,6 miliardi di dollari del 2021.

La Russia esporta petrolio nei mercati asiatici e in Medio Oriente

Il mondo ha tuttora bisogno di petrolio e lo dimostra il fatto che le vendite di energia in Russia migliorano grazie a nuovi acquirenti, commercianti, mezzi di pagamento, nuove modalità di finanziamento delle esportazioni.

Da una parte, si è ridotta l’esportazione di petrolio russo negli USA e in Europa. Dall’altra, si sono aperti per Putin i mercati asiatici e nel Medio Oriente.

L’olio combustibile russo viene esportato in Arabia Saudita ed Emirati Arabi Uniti. Il gigante statale Saudi Arabian Oil Co. può cosi esportare il suo greggio a prezzi di mercato. I sauditi possono vendere il loro petrolio anziché bruciarlo.

Altri mercati che hanno intensificato gli acquisti dalla Russia sono la Cina e la Turchia, mentre l’India resta il miglior cliente.

I trucchi per aggirare le sanzioni

Alcuni trader occidentali hanno spostato il personale a Dubai e Singapore per aggirare le sanzioni UE.

Spesso, i documenti portuali russi non specificano dove sia diretto il petrolio né chi lo trasporti. Le navi raggiungono i porti russi sul Mar Baltico.

Un altro trucco consiste nelle etichette false per nascondere la provenienza russa. Il gasolio russo verrebbe stoccato e camuffato nell’hub commerciale di Fujairah.

Che ne pensate? A voi i commenti!