Il generale Almasri, accusato di crimini di guerra, viene scarcerato in Italia e riportato in Libia. Dubbi sul ruolo del governo Meloni. Ecco cosa è accaduto!
La scarcerazione del generale libico Njeem Osama Almasri, accusato di crimini contro l’umanità, ha sollevato un’ondata di interrogativi sulla gestione italiana della vicenda. Nonostante il mandato di arresto emesso dalla Corte penale internazionale (CPI) e il suo fermo a Torino, il generale è stato rilasciato e riportato rapidamente a Tripoli con un volo di Stato organizzato dal Ministero dell’Interno. La Corte dell’Aja attende ancora risposte dall’Italia, mentre emergono dettagli che lasciano spazio a speculazioni sul coinvolgimento politico nella decisione.
Almasri, capo della polizia giudiziaria libica e figura chiave della milizia Radaa, era stato arrestato in Italia lo scorso 19 gennaio su richiesta della CPI. La detenzione, però, è durata poco: il 21 gennaio, senza avvisare la Corte, è stato scarcerato e rispedito in Libia. La motivazione ufficiale? Un cavillo giuridico legato al mancato coordinamento tra la Questura di Torino, la Corte d’Appello di Roma e il Ministero della Giustizia. Ma i tempi e le modalità del rilascio destano sospetti.
La CPI ha sottolineato che l’Italia avrebbe dovuto consultarla per risolvere eventuali problemi procedurali. Invece, il Ministero della Giustizia non ha reagito in tempo, mentre il Ministero dell’Interno ha agito con incredibile velocità per organizzare il rientro di Almasri in Libia. Una scelta che potrebbe celare timori di ritorsioni libiche, sia verso i cittadini italiani presenti nel Paese, sia sulla gestione dei migranti detenuti nei lager controllati da milizie come quella di Almasri.
La figura di Almasri, coinvolta nel traffico di esseri umani e in crimini legati alla sicurezza nazionale libica, rende questa vicenda ancora più delicata. È possibile che il generale fosse a conoscenza di dettagli sensibili sui rapporti tra Italia e Libia. Per ora, esponenti del governo Meloni negano qualsiasi intervento politico, definendo la liberazione un semplice incidente amministrativo. Tuttavia, le tempistiche e l’apparente mancanza di coordinamento con la CPI pongono interrogativi a cui il governo dovrà rispondere nelle prossime ore, sia durante il question time che in Parlamento.
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