• Dom. Nov 3rd, 2024

Caso Elisa Claps: Complici Nascosti In Una Chiesa

Il numero di persone scomparse in Italia è impressionante. Tra tanti ‘invisibili’, il caso Elisa Claps è emblematico. Killer condannato, complici nascosti in una chiesa di Potenza.

 

Caso Elisa Claps: cadavere ritrovato dopo 17 anni nella chiesa di Potenza

In Italia, ogni anno, scompaiono oltre 24mila persone ed oltre la metà sparisce in un limbo, diventa invisibile. I primi nomi che vengono in mente sono Emanuela Orlandi, Kata (il caso più recente), Angela Celentano, Denise Pipitone, Stefania Puglisi.

Un caso emblematico è quello di Elisa Claps, studentessa 16enne scomparsa a Potenza il 12 settembre 1993. Il suo cadavere fu ritrovato il 17 marzo 2010, 17 anni dopo, in un sottotetto della chiesa della Santissima Trinità di Potenza. Il giorno della scomparsa Elisa era andata proprio in quella chiesa. Il reggiseno era tagliato, i jeans aperti come se avesse subito un abuso sessuale. Si scoprì che era stata assassinata con 13 coltellate lo stesso giorno della sua scomparsa.

Caso di Elisa Claps: i fatti

Danilo Restivo, 21enne siciliano trasferitosi a Potenza, era l’ultima persona che aveva incontrato Elisa prima della sua scomparsa. Gli inquirenti riscontrarono incongruenze, contraddizioni, lacune, cambi di versione nel suo racconto, inclusa la ricostruzione dei suoi spostamenti. Si scoprì che era andato al pronto soccorso per farsi medicare la mano. Disse che era caduto nel cantiere vicino alla chiesa della Santissima Trinità dove stavano lavorando per la scala mobile. La sua ferita, però, dava l’idea del taglio con una lama di coltello. Era insanguinata e aveva macchie rosse sui vestiti.

Restivo disse che si era fermato a parlare con Elisa pochi minuti per confidarsi sul suo innamoramento con un’amica comune. Elisa era preoccupata perché un uomo l’aveva infastidita mentre entrava in chiesa. Era la verità o Restivo stava cercando di depistare?

Gli investigatori scoprirono che Restivo molestava le ragazze. Tendeva ad innamorarsi spesso, riusciva a tagliare una ciocca di capelli per conservarlo come una reliquia. Quando si sentiva rifiutato, diventava aggressivo, violento. La madre di Elisa aveva intuito la sua natura e puntò il dito contro di lui sentendo che era lui l’assassino di sua figlia ma nessuno l’ascoltò. Per 17 anni, il killer riuscì a farla franca.

Restivo condannato, i complici impuniti

Nel 2002, Restivo uccise una vicina di casa in Gran Bretagna e la passò liscia per 8 anni, ma nel 2010 fu arrestato per questo omicidio. Era l’anno del ritrovamento del corpo di Elisa.

La famiglia di Elisa protestò perché, in base a certi indizi, pare che il corpo fosse stato trovato prima del 2010. Per molto tempo, nessuno l’aveva spostato né aveva denunciato il ritrovamento per paura di uno scandalo.

In quella chiesa c’era qualche complice? Don Domenico Mimì Stabia, il parroco, non collaborava come avrebbe dovuto, tanto che si era dimenticato di avvisare le autorità religiose al momento del ritrovamento.

Nel 2011, Restivo fu condannato all’ergastolo in Inghilterra e nel 2014 a 30 anni in Italia per l’omicidio di Elisa.

Un eventuale complice, che sapeva e non disse nulla, che forse aiutò il killer a commettere gli abusi sessuali, restò impunito.

Che ne pensate del caso Elisa Claps? A voi i commenti!