• Sab. Dic 7th, 2024

Alessia Pifferi, Giusy era la Babysitter di Diana: È Giallo!

I racconti di Alessia Pifferi, accusata dell’omicidio della figlia Diana sono tuttora fonte di discussione. Le ultime novità riguardano l’esistenza di una babysitter che avrebbe frequentato la casa per un breve periodo. Ecco cos’è emerso dalle indagini.

 

Caso Pifferi: il mistero della babysitter

Diana Pifferi è la vittima innocente di una terribile vicenda terminata con l’epilogo più straziante: la morte della bambina. La piccola è morta di stenti dopo essere stata lasciata da sola in casa per 6 lunghi giorni. Alessia, la madre, l’aveva trovata senza vita il 20 Luglio, rientrando a Milano dopo aver trascorso quei giorni a Leffe. Ora spetta alla Giustizia stabilire se la donna abbia compiuto volontariamente quel gesto o se non fosse in grado di comprendere la gravità dello stesso. La Pifferi aveva dichiarato di aver affidato la figlioletta a una babysitter, una certa Jasmin, durante il periodo trascorso con l’ex compagno.

Della donna, però, non esisterebbe alcuna traccia. Pare, invece, che per un breve periodo, sia stata presente una babysitter o comunque una donna che aiutasse in casa. Si tratterebbe di Giusy, un’amica peruviana che occasionalmente faceva da tata alla piccola Diana, senza compenso. Giusy, mentre era disoccupata, avrebbe anche vissuto in casa per un periodo di 3 settimane, aiutando la Pifferi con la bambina e nelle faccende domestiche. Anche di lei però, non ci sarebbero tracce e un’amica di Alessia, contattata telefonicamente da Quarto Grado, ha detto di non sapere nulla di questa donna.

L’ex marito della Pifferi ha ammesso di essere al corrente dell’esistenza di una babysitter, ma di non averla mai conosciuta. L’uomo avrebbe aggiunto di non sapere nemmeno il suo nome. Maria Assandri, la madre di Alessia, ha invece rivelato di aver conosciuto Giusy e di averle dato il suo numero telefonico per contattarla qualora ce ne fosse stato bisogno. Cosa che non è mai avvenuta.

Alessia Pifferi, l’aggressione in carcere: sputi e insulti per la mamma di Diana

Tra gli ospiti di Quarto Grado era presente anche Alessia Pontenani, legale della Pifferi. L’avvocata ha dichiarato che Giusy esiste e che, laddove ce ne fosse la necessità, potrebbe convocarla a testimoniare per la difesa. Secondo le parole della Pontenani il rapporto con Giusy si sarebbe interrotto, ma la donna esiste realmente. La Procura non l’ha cercata e lei non l’ha interrogata: cosa avrebbe potuto dire? I dubbi sulla triste vicenda non riguardano lo svolgimento dei fatti, ma piuttosto le capacità della Pifferi.

Alessia, sarebbe stata aggredita nel carcere di San Vittore, durante un’operazione di trasferimento verso un’altra struttura di detenzione. La donna avrebbe ricevuto sputi, insulti e spinte da parte delle altre detenute, mentre percorreva i corridoi del carcere. Il criminologo Picozzi ha commentato l’accaduto a Quarto Grado, dichiarando che l’aggressione subita dalla Pifferi sia ricollegabile a quelle in uso in passato negli istituti di pena, quando alcune tipologie di criminali subivano violenze da parte degli altri carcerati.

Molto probabilmente, in questo caso, le donne detenute sarebbero state colpite in modo particolare dal terribile gesto compiuto dalla Pifferi. La donna ha lasciato morire di stenti la figlioletta di 18 mesi, abbandonandola per sei giorni da sola in casa. Non sarebbe stata nemmeno la prima volta: è possibile tutto
questo? A voi i commenti!