Milano sotto choc: un 15enne è stato circondato da una baby gang, derubato di tutto, tenuto in suo potere per più di 60 minuti e costretto a prelevare soldi prima di essere salvato dai carabinieri allertati dal padre — un vero incubo!
Una semplice uscita. Un giro come tanti. Ma a Milano, si trasforma in un incubo a occhi aperti.
Un 15enne cammina tranquillo in centro. Poi l’aggressione. Una baby gang lo accerchia, lo isola, lo blocca. Non ha via di scampo. In pochi attimi si ritrova in trappola, il cuore che batte all’impazzata, la paura che esplode.
Lo minacciano. Lo spintonano. Gli rubano tutto: telefono, portafogli, giacca, perfino le scarpe. Lo spogliano non solo degli oggetti, ma della sicurezza, della libertà. Ma la rapina è solo l’inizio.
Non lo lasciano andare. Lo trattengono con la forza per più di un’ora. Sessanta lunghissimi minuti di terrore, in cui il ragazzo è costretto a seguirli come un ostaggio. Un’ora a camminare con chi potrebbe fargli del male, con chi gli ha già rubato tutto.
E poi, l’umiliazione finale: lo portano al bancomat, gli ordinano di prelevare dei soldi. È lì che trova il coraggio di fare l’unica cosa possibile: scrive al padre. Una richiesta d’aiuto. Il primo spiraglio nella notte.
La polizia arriva. Quattro ragazzi fermati, tre sono minorenni. L’incubo finisce, ma le ferite restano. E non solo sul corpo. Perché tutto questo è successo in pieno giorno, nel cuore della città. Una città che non è più quella di una volta.
E tu cosa ne pensi? Le baby gang sono davvero un gioco? O siamo davanti a un’emergenza seria? Scrivilo nei commenti: la tua voce conta.
