• Gio. Mag 2nd, 2024

Il Tribunale Non Ha Sempre Ragione: Innocente Rimane 30 Anni In Cella!

Un uomo è stato giudicato innocente dopo ben trenta anni di carcere. Ecco di quanto verrà risarcito!

 

Beniamino Zuncheddu, un ex allevatore sardo di 59 anni, ha finalmente ricevuto un primo risarcimento di circa 30mila euro, dopo aver trascorso ingiustamente 32 anni in prigione, in celle descritte come piccole e sovraffollate. La sua condanna all’ergastolo era legata all’accusa per la strage del Sinnai, da cui è stato assolto due mesi fa, grazie al processo di revisione conclusosi presso la Corte d’appello di Roma. La decisione di risarcirlo è stata presa dal tribunale di Sorveglianza di Cagliari, riconoscendo così le ingiuste condizioni di detenzione subite dall’ex pastore.

Durante la sua lunga permanenza in carcere, Zuncheddu ha affrontato dure condizioni nelle prigioni di Buoncammino a Cagliari e di Badu’e Carros a Nuoro, lamentando trattamenti inumani che risalivano al 28 febbraio 1990. Nonostante l’opposizione iniziale del ministero della Giustizia, il collegio presieduto da Cristina Ornano ha deciso a favore dell’ex detenuto, concedendogli questo primo risarcimento.

La vicenda di Zuncheddu ha radici profonde, legate a un’accusa per triplice omicidio che risaliva a quando aveva 27 anni, coinvolgendo Gesuino Fadda, il figlio Giuseppe, e il pastore Ignazio Pusceddu. Gli eventi tragici furono inquadrati in un contesto di faide tra famiglie di allevatori, con azioni di violenza quali l’uccisione di animali. La svolta nel processo di revisione è arrivata con le dichiarazioni di Luigi Pinna, genero di una delle vittime e testimone chiave, il quale ha rivelato di essere stato sottoposto a pressioni da parte del poliziotto Mario Uda.

Questa storia di ingiusta detenzione solleva nuovamente questioni urgenti sulla giustizia e sul sistema penitenziario, evidenziando la necessità di maggiore attenzione e accuratezza nelle procedure giudiziarie per prevenire errori così devastanti. Il caso di Beniamino Zuncheddu diventa un simbolo delle imperfezioni del sistema legale e della lotta per i diritti umani all’interno delle istituzioni penitenziarie.

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