Una notte di follia, un linciaggio, e ora la giustizia ribalta tutto: scopri cosa è davvero successo.
Lo hanno braccato in cinquanta, poi è finita nel sangue. Ma ora chi rischia davvero sono loro.
Ad Arnad, in Valle d’Aosta, la rabbia è esplosa. Due ladri sorpresi in azione, cinquanta cittadini esasperati e un inseguimento notturno tra boschi e prati. Uno dei malviventi viene acciuffato. E lì, la giustizia fai-da-te si trasforma in un pestaggio brutale. Ora è caccia anche agli autori del linciaggio.
Il protagonista? Un 40enne albanese, ora in arresto e ricoverato con 30 giorni di prognosi. Quando uscirà dall’ospedale, lo aspetta il carcere. Il processo per furto è già fissato, ma la vera bomba è un’altra: chi ha partecipato al pestaggio rischia grosso.
Le indagini dei carabinieri si muovono su due binari. Da un lato, rintracciare il complice riuscito a fuggire. Dall’altro, identificare chi ha colpito con bastoni e forse anche con un piccone. Il comandante dei carabinieri è chiaro: “La violenza è reato. Non è ammissibile farsi giustizia da soli”.
Intanto il paese resta spaccato. La gente ha paura, si sente abbandonata. Le ronde non sono legali, ma la tensione è alle stelle. Un intero paese contro due ladri. Ma ora, la giustizia guarda anche dall’altra parte.
Tu cosa ne pensi? È stata legittima difesa o un passo oltre il limite? Scrivilo nei commenti.
