• Mar. Lug 15th, 2025

Gas killer, notte di terrore a Roma: sfiorata la tragedia

Scopri cosa è successo davvero nell’albergo romano invaso dal gas killer e come i soccorritori hanno evitato una strage.

Non era ancora l’alba quando un silenzio irreale ha avvolto un hotel di via Aurelia, a Roma. Alle 4.30 del mattino la notte si è trasformata in un’evacuazione di massa: il monossido di carbonio aveva già saturato quasi ogni stanza. Invisibile. Inodore. Mortale.

Poteva essere una strage. Ma la prontezza dei soccorritori ha cambiato il finale. Otto persone, tra cui un operatore del 118, sono finite in ospedale con sintomi di intossicazione. Codice giallo per tutti.

Il primo campanello d’allarme è arrivato attorno alle 3. Un infermiere dell’ambulanza si è precipitato dopo la chiamata del portiere. Era successo qualcosa di inquietante: una bambina aveva perso i sensi e battuto la testa. Un malore improvviso, senza un motivo apparente. Il dipendente dell’hotel non ha esitato a chiamare i soccorsi.

Il pericolo non si vedeva, non si sentiva. Quando il personale di Ares 118 ha varcato la soglia di quella camera, ha percepito subito l’urgenza. Il rilevatore di gas ha segnalato livelli fuori scala. Era la prova che il monossido si stava insinuando ovunque.

Intanto, in altre stanze, gli ospiti cominciavano ad accusare sintomi subdoli: mal di testa, nausea, vertigini, una stanchezza che ti abbatte senza preavviso. L’albergo era un’unica grande trappola. Su 46 camere, 44 erano contaminate. 96 persone evacuate nella notte, avvolte nei plaid, negli occhi la paura e la sorpresa.

I vigili del fuoco sono arrivati per cercare la fonte del gas. Tutto portava alla caldaia: un guasto traditore che ha riempito i corridoi di un veleno silenzioso. È stata messa sotto sequestro per capire come sia potuto accadere.

Le parole dei vertici di Ares 118 suonano come un monito. Il direttore generale, Narciso Mostarda, ha detto che senza la prontezza del personale oggi saremmo qui a piangere una tragedia. Nessuna retorica, solo la fredda verità.

Il presidente della Regione Lazio, Francesco Rocca, ha voluto ringraziare gli operatori. Ha ricordato che otto persone devono loro la vita. Ha parlato di orgoglio, di professionalità, di donne e uomini che ogni giorno vigilano sulla salute di milioni di cittadini.

Una notte di paura che ci ricorda quanto sia fragile la sicurezza che diamo per scontata. Un guasto può trasformare un hotel in una camera a gas. Ma basta un allarme, un soccorritore attento, un rilevatore che suona, per riscrivere la storia.

Perché il pericolo non dorme mai. Ma per fortuna nemmeno chi lo combatte.

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