• Sab. Lug 12th, 2025

Tragedia a Porto Cervo: Gaia investita e uccisa sulle strisce

Morte di Gaia Costa a 24 anni: investita da un Suv mentre attraversava in Costa Smeralda. La città in lutto ferma tutti gli eventi. Scopri i dettagli di un dramma che ha scosso la comunità.

Hanno provato a strapparla alla morte per venti lunghissimi minuti. Ma Gaia Costa non ce l’ha fatta. Ventiquattro anni. Un futuro davanti. Stroncato in un attimo. Era una giornata di sole in Costa Smeralda, poco dopo l’una e mezza. A Porto Cervo, in via Aga Khan, Gaia attraversava sulle strisce per andare al lavoro come baby-sitter.

Un Suv spuntato all’improvviso. Al volante una turista tedesca di quarant’anni. Le telecamere hanno catturato quell’ultimo gesto disperato: Gaia che tende la mano verso la carrozzeria, come a supplicare di fermarsi. Un attimo, e l’impatto è stato devastante. Proiettata a terra. La testa che batte sull’asfalto.

Subito l’ambulanza. I medici hanno combattuto con tutte le forze per salvarla. Venti minuti di tentativi, tra manovre di rianimazione e speranza che si sgretola. Alla fine solo silenzio. Un silenzio che ha gelato Porto Cervo.

Lei era figlia di Alfredo Costa, sindacalista conosciuto in Gallura. Una famiglia distrutta. Una comunità intera che si stringe in un dolore collettivo. Il sindaco Gianni Addis non ha avuto dubbi: stop a tutto. Eventi pubblici, feste, manifestazioni. Annullato anche il Faber Festival. La città si ferma, fino a domenica 13 luglio, in segno di lutto e rispetto.

Gli inquirenti hanno acquisito i filmati. Quelle immagini che pesano come macigni. Si vede Gaia alzare la mano, un’azione tanto umana quanto tragica. Testimoni dicono che l’ha fatto per farsi notare, per chiedere di rallentare. Non c’è stato tempo.

Porto Cervo, simbolo di lusso e vacanze, si scopre fragile e vulnerabile. Non bastano le strisce pedonali per sentirsi al sicuro. Una giovane vita spenta su quell’asfalto, diventato improvvisamente il simbolo di un dramma che non fa distinzioni tra residenti e turisti.

Nessuno riesce a darsi pace. Si parla di limiti di velocità, di distrazione, di responsabilità. Ma la verità è cruda: Gaia non tornerà. Il suo nome ora è pronunciato con rispetto, tra lacrime e rabbia.

C’è chi si ferma davanti al luogo dell’impatto. Fiori. Biglietti. Un dolore condiviso che unisce chi l’ha conosciuta e chi l’ha solo vista attraversare la strada un giorno qualunque.

Il Comune chiede riflessione. Le persone pretendono sicurezza. E intanto Porto Cervo si prepara a salutare Gaia in un silenzio carico di emozione, dove ogni parola sembra di troppo.

Un gesto. Una mano tesa. Un appello inascoltato. Ed è finita così.

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