Un gesto da furbetti, telecamere che inchiodano e un ristoratore deciso a denunciare: scopri la storia virale che fa discutere.
Hanno scelto un tavolo all’aperto, convinti di poter sparire senza lasciare traccia. Tre clienti si sono accomodati in una pizzeria del centro de L’Aquila, hanno ordinato, mangiato, bevuto e, al momento di pagare, si sono alzati e volatilizzati tra i vicoli della città. Un colpo basso, pensavano, approfittando dell’angolo esterno appena attrezzato per l’estate, lontano dagli sguardi del personale. Ma non avevano fatto i conti con chi li stava osservando dall’alto: le telecamere.
Il titolare non ha perso tempo. Ha preso in mano il telefono, acceso i social e lanciato un ultimatum: ventiquattro ore di tempo per tornare a saldare il conto. In caso contrario, il video delle loro facce finite nell’occhio elettronico avrebbe fatto il giro del web. Niente sconti, nessuna pietà.
La scena si è consumata mercoledì sera, intorno alle 22.30, alla Pizzeria Nonna Cristina, in pieno centro storico. I tre, approfittando di un momento di distrazione del personale, si sono alzati come se niente fosse, lasciando dietro di sé piatti sporchi e un conto insoluto. La porta interna era chiusa, i clienti dentro preferivano l’aria fresca, mentre fuori i furbetti si sentivano padroni del gioco.
Ma il gioco si è rivelato una trappola. Le telecamere del locale, posizionate strategicamente sopra i tavoli esterni, hanno immortalato tutto: l’arrivo, la cena, la fuga. Fotogrammi chiari, volti riconoscibili, prove che parlano da sole.
Il ristoratore ha deciso di non passarla liscia. Ha postato online la foto del tavolo lasciato in disordine e gli screenshot delle telecamere. Ha spiegato che non è questione di soldi ma di rispetto. Che può anche capire uno scherzo, un gesto goliardico, ma non è disposto a chiudere un occhio.
Ha raccontato di essere convinto che non ci fosse una reale intenzione di “fare il colpo grosso” — bastava guardare l’entità modesta dell’ordinazione — ma ha sottolineato che proprio per questo il gesto è ancora più fastidioso: piccolo, gratuito, privo di giustificazioni.
Una sfida lanciata a muso duro. Un messaggio chiaro non solo ai tre in fuga ma a tutti quelli che pensano di potersela cavare con astuzia e furbizia: non nel suo locale. Ha detto di essere pronto a denunciare, pronto a pubblicare i volti. Nessun margine per le scuse tardive.
Ora la palla passa a loro. Ventiquattro ore per ripresentarsi, pagare e forse evitare di finire sulle cronache social e in Questura. Il titolare ha messo in chiaro che non accetterà compromessi. Un appello che è suonato come un avvertimento a chiunque pensi di poter replicare la sceneggiata.
Perché qui non si tratta solo di un conto non pagato, ma di un principio. Un patto di fiducia che non può essere spezzato senza conseguenze.
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