Allen, sparito dal campeggio e ritrovato dopo due notti nel bosco. Un racconto carico di tensione e accuse di omissione di soccorso che scuote le coscienze.
Allen era sparito nel nulla. Per 36 ore il tempo si era fermato, sospeso nell’ansia e nella paura. Tutto era iniziato in un campeggio, mentre il padre cercava di montare la tenda. Allen si era allontanato, aveva attraversato l’Aurelia e si era diretto verso una strada privata, vicino alla villa di Pierluigi Dellano.
Dellano lo aveva visto. Lo aveva preso per mano. Ma quando Allen continuava a chiamare il papà con la voce rotta, il bambino gli era sfuggito. Dellano, secondo la prima versione data ai vigili del fuoco, si sarebbe fermato lì, lasciandolo proseguire da solo. Nessuna telefonata ai carabinieri. Nessun allarme immediato.
Le ricerche erano scattate subito. Un intero territorio in allerta. Squadre di volontari, vigili del fuoco, droni. Notte e giorno, senza sosta. E alla fine, quando la speranza si faceva più fragile, tre volontari della protezione civile di Pompeiana lo avevano trovato. Rannicchiato in un anfratto di cemento, stremato, graffiato, sporco. Ma vivo.
La sua voce tremava quando aveva rivisto i soccorritori. Era confuso, affamato, assetato. Due notti nel bosco. Due notti di buio, freddo e paura. Ma ce l’aveva fatta. I medici dell’ospedale di Imperia lo avevano tenuto in osservazione. Alla fine avevano dato la notizia che tutti volevano sentire: le condizioni generali erano buone, soprattutto considerando quelle 36 ore di digiuno e sete.
Ora Allen può tornare a casa. A Torino, dai suoi genitori Bernardo e Barbara, dalla sorellina Bea. Può riabbracciare la sua vita.
Intanto però la storia non finisce qui. La Procura ha deciso di andare avanti. All’inizio Dellano era stato indicato solo come “testimone”, ma le indagini dei carabinieri hanno cambiato le carte in tavola. Non si parla più di semplice negligenza o di un’ipotesi di abbandono di minore. Ora c’è un’accusa di omissione di soccorso.
Perché non si tratta solo di graffi o lividi. Secondo la Procura la vera colpa è aver lasciato andare via un bambino così piccolo, da solo, senza avvertire nessuno. Perché sarebbe bastato poco: una telefonata ai carabinieri, un gesto di responsabilità. E quelle 36 ore di angoscia non ci sarebbero mai state.
Dellano dovrà chiarire la sua versione. Le indagini continueranno. E con esse le polemiche. Perché in tanti si chiedono come sia possibile lasciare un bambino di quell’età per strada, sapendolo impaurito e solo.
Ma per ora la priorità resta Allen. La sua guarigione. Il ritorno a casa. Il bisogno di dimenticare quell’incubo.
E voi? Cosa ne pensate di questa storia? Diteci la vostra nei commenti.
Allen scompare 36 ore: il mistero, la paura e le accuse
Allen, sparito dal campeggio e ritrovato dopo due notti nel bosco. Un racconto carico di tensione e accuse di omissione di soccorso che scuote le coscienze.