Una famiglia respinta in riviera per la presenza di un figlio piccolo. Dietro la decisione, una filosofia ben precisa. Ma il sindaco non ci sta. Ecco cosa è successo…
Perché una famiglia in vacanza viene respinta solo perché ha un bambino? È successo davvero, e la polemica è esplosa in un attimo.
A Milano Marittima, un noto stabilimento balneare ha detto no a una famiglia con un figlio di cinque anni e mezzo. Nessun urlo, nessun capriccio, solo un netto rifiuto: niente bambini. Andrea Mussini, il padre, racconta indignato: per loro, mangiare fuori è parte della vacanza. Il piccolo è educato, abituato al ristorante, mai un problema, neanche nei locali stellati. Eppure, qui non è stato sufficiente.
Il titolare si difende: è una scelta, non un’ostilità. Da oltre trent’anni accolgono solo clienti dai dieci anni in su. Una selezione precisa, per garantire relax e silenzio. Niente bambini piccoli, niente feste rumorose, nemmeno addii al celibato o compleanni. Tutto per proteggere l’atmosfera di tranquillità che il locale promuove da sempre. Una nicchia, afferma, che ha scelto consapevolmente, rinunciando a incassi pur di preservare un certo tipo di clientela.
Ma la questione non finisce qui. Interviene anche il sindaco di Cervia, Mattia Missiroli, che si dice contrario a questa esclusione. Secondo lui, un locale aperto al pubblico deve accogliere tutti, bambini inclusi. Decisioni simili, sostiene, rischiano di danneggiare l’immagine della località, da sempre sinonimo di accoglienza e apertura.
E tu, da che parte stai? Sei d’accordo con chi vuole la tranquillità totale o pensi che i bambini abbiano diritto a godersi ogni spazio come gli adulti?