Un’inchiesta svela perdite di acqua contaminata da una base nucleare segreta in Scozia. Ecco cosa è successo e perché preoccupa gli ambientalisti.
L’onda lunga dello scandalo arriva dalla Scozia occidentale.
Sotto le acque tranquille del Loch Long, a pochi chilometri da Glasgow, si nasconde una verità che il governo britannico avrebbe preferito tenere sotto silenzio.
Secondo documenti riservati ottenuti dal Guardian, acqua contaminata da radioattività è finita nel mare, fuoriuscita da vecchie tubature logorate del deposito di Coulport, la base segreta che custodisce le testate nucleari dei sottomarini Trident della Royal Navy.
La scena è questa: un sito blindato, tra i più sicuri del Regno Unito, dove centinaia di condutture – oltre 1.500 – si intrecciano come vene d’acciaio. Ma molte di queste sono vecchie, corrose, fuori norma. E proprio da lì, negli anni, sono partite perdite che hanno inquinato il lago.
Le prime tracce risalgono al 2010, con una tubatura rotta. Poi, il disastro si è ripetuto due volte nel 2019. L’episodio più grave ad agosto: un guasto rilascia un’ondata d’acqua che inonda un’area di lavorazione delle armi nucleari. L’acqua si contamina con basse dosi di trizio, scorre verso uno scarico a cielo aperto e finisce dritta nel Loch Long.
Le carte della Scottish Environment Protection Agency raccontano una manutenzione carente, asset gestiti male e pezzi ormai fuori uso. Gli ecologisti scozzesi stimano che metà dell’infrastruttura sia ormai oltre la scadenza operativa.
Faslane, la vicina base della flotta nucleare britannica, è lì dagli anni ’60. Qui e a Coulport si controlla e si rifornisce regolarmente il trizio delle testate, per mantenerle pronte all’uso. Ma dietro il volto di efficienza militare, si nasconde una catena di errori e incuria che ha permesso a sostanze radioattive di entrare nell’ambiente.
Le autorità minimizzano: livelli di radioattività troppo bassi per minacciare la salute umana. Ma tra le righe resta l’ammissione di colpe: un guasto evitabile, scarsa manutenzione e la produzione di rifiuti radioattivi che non avrebbero mai dovuto esistere.
Il mare li ha accolti in silenzio. Il governo ha preferito lo stesso silenzio.
Ma ora, la verità è riemersa. E l’onda dell’indignazione è pronta a travolgere chi ha scelto di nascondere, piuttosto che proteggere.
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