• Gio. Ott 2nd, 2025

Leva militare in Italia: chi si deve arruolare se scoppia la guerra

Ecco chi verrebbe richiamato in caso di conflitto. Dalla Costituzione ai civili: ecco come funziona davvero la leva militare in Italia.

 

E se un giorno l’Italia entrasse davvero in guerra? Chi verrebbe chiamato alle armi? In un mondo agitato da conflitti sempre più vicini, la domanda non è poi così lontana dalla realtà.

L’Italia fa parte della NATO, l’alleanza militare che obbliga i Paesi membri a difendersi a vicenda. Se uno Stato viene attaccato, tutti gli altri devono intervenire. In uno scenario simile, l’Italia non potrebbe tirarsi indietro. Ma chi andrebbe davvero al fronte?

La Costituzione parla chiaro: l’articolo 11 ripudia la guerra come strumento di offesa. Ma l’articolo 78 prevede che, in caso di guerra, il Parlamento possa conferire pieni poteri al Governo. E allora si parte. I primi a muoversi sarebbero le forze armate: Esercito, Marina, Aeronautica, Carabinieri e Guardia di Finanza. Subito dopo, toccherebbe ai militari congedati da meno di cinque anni.

E i civili? Entrano in gioco solo se il conflitto lo richiede, ma la legge è pronta: tra i 18 e i 45 anni si può essere richiamati, previa visita medica. Se sei idoneo, ti arruolano. Se non lo sei, potresti essere rivalutato o esentato definitivamente.

Ma attenzione: la chiamata alle armi non si può rifiutare. L’articolo 52 della Costituzione è netto. Difendere la Patria è un dovere sacro. E anche se la leva obbligatoria è sospesa dal 2004, non è stata abolita. Basta un decreto del Presidente della Repubblica per rimetterla in vigore in tempi di emergenza.

Chi è escluso? I Vigili del Fuoco, la Polizia Penitenziaria e la Polizia Locale non sono soggetti a richiamo. Per tutti gli altri, la possibilità resta. Remota, ma reale.

E tu, cosa ne pensi? Sei d’accordo con questa legge? Scrivilo nei commenti. Il tuo punto di vista conta.