Cresce la tensione in Italia: il Viminale potenzia la protezione dei leader del govern dopo il caso di Charlie Kirk
Cosa sta succedendo dietro le quinte del governo italiano? E perché cresce la preoccupazione per la sicurezza dei suoi leader?
Il Viminale alza l’asticella: rafforzate le scorte per Matteo Salvini e Antonio Tajani. Una decisione presa all’alba di una giornata tesa, dopo una riunione tecnica in prefettura a Roma. A far scattare l’allarme è stato l’omicidio di Charlie Kirk, un episodio che, unito al clima infuocato in Italia e nel mondo, ha spinto il ministro dell’Interno Piantedosi ad agire.
Il ministro degli Esteri Tajani, parlando al Senato, ha lanciato un messaggio chiaro: il clima non è affatto sereno, è tempo di abbassare i toni. Una dichiarazione che pesa, soprattutto se arriva da uno dei diretti interessati alla nuova misura di sicurezza.
Intanto da Palazzo Chigi fanno sapere che la premier Giorgia Meloni non riceverà alcuna modifica al livello di tutela. Una scelta che sorprende, ma che evidenzia quanto mirate siano queste nuove disposizioni.
Fino ad oggi, Salvini e Tajani avevano optato per una scorta di secondo livello. Una protezione considerata adeguata in tempi normali, ma che oggi non basta più. La tensione sociale e il rischio crescente hanno cambiato le regole del gioco.
Il nuovo assetto prevede un dispiegamento più massiccio: due o tre auto blindate per ogni leader, ognuna con tre agenti a bordo. Intorno a loro, un perimetro di sicurezza rinforzato, visibile, presente. Una barriera contro le minacce, ma anche un segnale politico forte.
Questo intervento non è solo una misura precauzionale. È il riflesso di un momento storico dove le parole pesano, i toni si alzano e le istituzioni diventano bersagli. La sicurezza dei leader diventa lo specchio di un’Italia che deve difendersi anche dentro i propri confini.
E voi, cosa ne pensate di questa decisione? È giustificata o eccessiva?