Il video dell’autopsia di Chiara Poggi finisce online a pagamento. Il Garante interviene con un blocco immediato per fermare lo sciacallaggio e difendere la dignità della vittima.
Hanno provato a vendere online il video dell’autopsia di Chiara Poggi. Un filmato crudo, violento, che non doveva mai uscire da una sala settoria. Eppure qualcuno ha deciso di farci soldi sopra. Ma il Garante della Privacy non ci ha messo molto a intervenire: ha imposto subito il blocco urgente di quel contenuto, ordinando di rimuoverlo da qualsiasi piattaforma.
Ha lanciato un monito chiaro: chiunque pensi di diffondere quelle immagini, giornalisti compresi, sappia che commetterebbe un atto illecito. Non è solo una questione di legge o di privacy. È rispetto. È dignità per una giovane donna uccisa brutalmente, per la sua famiglia, per chi la ricorda ancora con dolore.
Il Garante ha sottolineato che ogni pubblicazione di quelle riprese violerebbe il codice deontologico dei giornalisti e la normativa italiana sulla privacy. Non è informazione. Non è cronaca. È puro sciacallaggio.
Ha invitato tutti i mezzi di comunicazione a fermarsi. A non cedere alla tentazione del clic facile o del guadagno sporco. Perché quel video è un’offesa alla memoria di Chiara Poggi. È una ferita che si riapre per i suoi cari.
E l’Autorità ha fatto sapere di non volerci andare leggera: chi trasgredirà rischia nuove sanzioni, anche pesanti. Un avvertimento per chi crede che il web sia terra di nessuno, dove tutto si può vendere, anche il dolore più intimo.
In un mondo dove la spettacolarizzazione del male non conosce limiti, c’è bisogno di regole. Di limiti netti. E di chi li faccia rispettare. Perché dietro a un video ci sono persone. Ci sono famiglie distrutte. Ci sono diritti.
La vicenda di Chiara Poggi è già una storia terribile, che non ha bisogno di ulteriori violenze. Mostrare un’autopsia per soldi è un insulto alla pietà umana. Un gesto che il Garante ha stoppato con decisione, per tutelare ciò che resta della sua memoria.
E ora tocca anche a noi, come spettatori, scegliere da che parte stare. Spegnere la curiosità morbosa. Rifiutare contenuti indecenti. Pretendere un’informazione che non si nutra di cadaveri e sangue.
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